Sono entusiasta di condividere con voi un articolo recentemente dedicato a me dalla giornalista professionista Antonella Benanzato. Pubblicato su È-Nordest, l’articolo intitolato “Il riflesso di Pigazzi si specchia nella laguna” offre uno sguardo approfondito sul mio lavoro e sul mio impatto nella comunità.
Antonella ha sapientemente catturato l’essenza del mio impegno e la mia passione per ciò che faccio, offrendo ai lettori un’interessante prospettiva sulle mie attività. Spero che questo articolo susciti curiosità e interesse, e mi sento onorato di aver avuto l’opportunità di essere raccontato attraverso le parole di una giornalista così talentuosa.
Vi riporto alcuni estratti salienti dell’articolo, che potete leggere integralmente al link che segue di È-Nordest.
Introduzione
“Barbara Pigazzi ritrae il riflesso dell’anima. Un dettaglio del cuore. Un volto che appare all’improvviso nel buio. Il bianco e nero dell’artista di Piove di Sacco è quello definitivo. Un’emozione che pervade la mente di chi viene catturato dal suo sguardo che sa vedere oltre l’apparenza delle cose. Pigazzi ha preso parte per la seconda volta al Mia (Milano Image Art Fair) di Milano. Per l’11° edizione della più importante fiera della fotografia nazionale e internazionale, ha portato un progetto indipendente “Animica”, curato da Angela Madesani, docente di Storia della fotografia allo Ied (Istituto Europeo di Design) di Milano e storica dell’arte con collaborazioni con l’Accademia di Brera. Incontrare Barbara Pigazzi significa entrare nel suo mondo, silenzioso, pervaso da una spiritualità assolutamente personale e discreta.”
L’introspezione, il silenzio, la luce sembrano essere il linguaggio di questo percorso
“Lo sono a tutti gli effetti. Le immagini raccolgono il rapporto personale con la natura. Ho anche presentato un portfolio di sette immagini stampate su fine art che possono avere uno sbocco internazionale per la fotografia d’autore. Del resto, le cose si muovono in una direzione che spesso noi non riusciamo a controllare”.
La sensibilità di Barbara Pigazzi è talmente sottile che rasenta la medianità. Le sue immagini destano aspetti lontani e metafisici che richiamano a un simbolismo esoterico
“Quello che è accaduto nel mio stand al Mia è davvero incredibile, ma evidenzia ancora una volta che il percorso che ho intrapreso è quello giusto. Una domenica nel mio stand è entrato un raggio di sole che ha illuminato la ‘Divina caligine’ un’opera che per me ha un significato mistico.”
Una coincidenza o come direbbe Jung una sincronicità
“Questa luce ha permesso alle persone che visitavano la mostra di sentire quanto fosse profondo il mio amore per l’arte, e quanto loro diventassero parte di quella Laguna che io avevo immortalato nei mie scatti. Hanno potuto misurare, con l’emozione, quanto fossi legata a quei luoghi in cui sono cresciuta.”
I simboli, il bianco e nero perfetto e rarefatto, la cura nella stampa rivelano il grande lavoro concettuale e fisico che esiste dietro gli scatti di Barbara Pigazzi
“C’è chi è andato anche oltre. Una signora brasiliana ha riconosciuto in una mia fotografia in cui sul pontile della Laguna avevo posto dei crisantemi bianchi, un rituale brasiliano della dea del mare. Inconsapevolmente le cose affiorano perché sono nel nostro immaginario, nella parte più celata che si rivela a noi stessi. Quei fiori bianchi brillano di una luce particolare.
Link: https://www.enordest.it/2022/05/15/il-riflesso-di-pigazzi-si-specchia-nella-laguna/